L’arte risveglia la bellezza sibarita

Una suggestiva veduta della Piana di Sibari dall’alto (ph. G. Scaglione)

La conferenza stampa dell’11 settembre (data storica ancora oggi), ha ufficializzato il’originale progetto artistico-culturale “In-ruins”, promosso da Associazione Archeofuturo sin dal 2018, e dall’entusiasmo contagioso della giovanissima e vulcanica Maria Luigia Gioffrè con Nicola Guastamacchia, la co-curatela di Nicola Nitido e Roberta Garieri.

In-ruins è un programma di residenza artistica dedicato a esplorare potenzialità dell’incontro tra arte contemporanea e archeologia attraverso il transitorio insediamento di artisti, curatori e ricercatori nei pressi di siti monumentali della Calabria. In-ruins ripensa il territorio attraverso Il suo passato, rende antiche rovine luoghi di condivisione e porta, nel cuore di territori periferici rispetto ai centri principali di produzione e fruizione artistica, la sperimentazione urgente e attuale di artisti internazionali. Affondando le radici in un pensiero meridiano e mediterraneo, il progetto mira a rileggere non solo il patrimonio archeologico, ma anche mitologie, tradizioni e storie delle comunità stesse che da generazioni lo custodiscono.”

Foto di gruppo dopo la conferenza stampa, con artisti, curatrici, curatori amministratori locali, personale del Museo di Sibari.

Ho avuto il piacere di essere presente alla conferenza stampa, presso il Parco e Museo Archeologico di Sibari, diventato fulcro di molte attività sotto la guida del direttore Filippo Demma, che finalmente immagina il parco e il Museo non più come luoghi statici e retorici, bensì attivi e dinamici, e quest’anno ospita questa edizione di In-ruins. Collaborano quest’anno Fondazione Elpis e per la sua quinta edizione il programma è attivo nella provincia di Cosenza, un’area del territorio calabrese, nota topograficamente come “Sibaritide” di cui un illustre viaggiatore e studioso come il Lenormant, affascinato da questi luoghi unici, scrisse ““Non credo che esista in nessuna parte del mondo qualcosa di più bello della pianura ove fu Sìbari. Vi è riunita ogni bellezza in una volta: la ridente verzura dei dintorni di Napoli, la vastità dei più maestosi paesaggi alpestri, il sole ed il mare della Grecia“. Un territorio che vide il sorgere, lo sviluppo, l’espansione e il declino della grande polis di Sibari; qui furono impiantati, in epoche successive alla distruzione della città greca, sovrapponendosi in parte alle sue rovine, prima il centro di età classica di Thurii e poi quello romano di Copia. Questa stratificazione eccezionale rende Sibari uno dei siti più estesi e importanti del Mediterraneo fino alla piena età romana. Il Parco comprende il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, l’Area Archeologica di Parco del Cavallo e il Museo Archeologico Nazionale di Amendolara.

Per questa annualità, gli artisti selezionati, tramite open call per l’edizione 2023, sono Arie Amaya-Akkermans (Colombia), Beatrice Celli (Italia), Akshay Mahajan (India), Matilde Sambo (Italia); Traslochi Emotivi (Italia). Si aggiungono Simon Bellouard (Francia) e il duo Cañadas&Murua (Spagna/Cile), la cui partecipazione, insieme alla già selezionata Beatrice Celli, è resa possibile grazie al programma di mobilità europea per artisti internazionali Culture Moves Europe promosso dall’Unione Europea e implementato da Goethe-Institut.

“Fin dalla sua prima edizione, In-ruins valorizza pratiche artistiche multidisciplinari e di ricerca. In questa direzione, le artiste e gli artisti coinvolti, come negli anni precedenti, operano attraverso media differenti: fotografia, video, performance, scultura, ricerca accademica, tutti volti a sviluppare un’ottica molteplice per rispondere a un linguaggio complesso e stratificato da tempo, storia e storie, ovvero quello dell’archeologia.” (Per informazioni https://www.inruins.org/)

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