DIASTEMA

Diastema è un progetto che parte da molto lontano nelle nostre teste, l’abbiamo tante volte immaginata e raccontata fra di noi. Ma era tutta un’altra cosa nella nostra fantasia.

Noi volevamo parlare della nostra città, che è Torino ormai da tantissimi anni (per Luisa ormai sono 18 anni, per Alessandro 10). Qui ci siamo trovati, sposati, abbiamo avuto una figlia. È una città che ci sembrava molto bella un tempo, perché pareva essere in movimento verso qualcosa. E poi evidentemente qualcosa è andato storto perché è come se tutto si fosse bloccato. Quindi volevamo raccontare attraverso lo sguardo nostro, e dei tanti artisti e amici che conosciamo, questa sensazione.
Tra noi due ne abbiamo parlato un po’ di volte, però non riuscivamo mai a trovare le forze per mettere in pratica quello che avevamo in testa. Poi un giorno, appena iniziata la quarantena, è bastato un secondo per deciderci e chiamare a raccolta tutti. Ma a quel punto il racconto che volevamo costruire era un altro. L’idea che avevamo in mente era quella di creare una rivista, una fanzine dall’animo un po’ punk, che potesse contenere tante voci, tanti linguaggi differenti sotto un unico cappello tematico. Nel numero zero, il “pilota” il tema è stato la casa, anche per causa di forza maggiore. L’invito che inizialmente abbiamo mandato ai nostri contatti era di pensare alla fanzine come a uno spazio da riempire — non a caso il nome della fanzine è diastema, che è una parola che ci piace, ma è anche lo spazio vuoto tra gli incisivi, un piccolo spazio che si riempie solo quando mordi — per raccontare qualcosa, ognuno con le proprie capacità e competenze, senza pensare a null’altro se non a fare bene quella cosa e vedere poi che ne esce. La grafica della fanzine, curata dallo studio Tundra, ha un ruolo fondamentale nella costruzione del progetto, perché è in dialogo con i contenuti. Ogni numero è consultabile in digitale, ma è anche fatto per essere stampato. Digitale e cartaceo sono completamente diversi, ed è sull’impaginato che la grafica assume il suo ruolo di co-protagonista del progetto, tra spunti che arrivano dalle vecchie fanzine, ispirazioni contemporanee, sperimentazioni visive ed elementi che paiono usciti dalla grafica vernacolare dei giornali locali.
Il numero 1 di Diastema ha come tema la città, mentre il numero 2 , in uscita ad agosto, esplora il concetto di nazione. A seguire arriveranno il continente, il mondo e l’universo. L’idea è quella di espandere la collaborazione ad artisti internazionali e parlare con diverse voci, diverse lingue. Ma vedremo, un passo alla volta, anche perché Diastema è un progetto “auto”: autoconclusivo, autoprodotto e autofinanziato. Quindi, dato che non abbiamo pressioni, né scadenze di nessun genere, ci prendiamo almeno il tempo per progettare qualcosa di bello. DIASTEMA per saperne di più: https://www.tundrastudio.it/

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(h)ear di Sergio Fermariello