In-Ruins

Vista del parco archeologico di Sibari

RESIDENZA 2023, Parco Archeologico di Sibari, Open call: 5 – 30 giugno. Annuncio artisti selezionati entro il 20 luglio. Date residenza: 1 settembre – 1 ottobre.

Felici di dare spazio e annunciare che l’edizione 2023 della residenza toccherà quest’anno quest’anno la Provincia di Cosenza per la prima volta, per esplorare le ricchezze del Parco Archeologico di Sibari. Quest’area del territorio calabro, nota topograficamente come Sibaritide, vide il sorgere, lo sviluppo, l’espansione e il declino della grande polis di Sibari; qui furono impiantati, in epoche successive alla distruzione della città greca, sovrapponendosi in parte alle sue rovine, prima il centro di età classica di Thurii e poi quello romano di Copia. Questa eccezionale stratificazione fa di Sibari uno dei siti più estesi e importanti del Mediterraneo fino alla piena età romana. Diretto da Filippo Demma, il Parco comprende il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, l’Area Archeologica di Parco del Cavallo e il Museo Archeologico Nazionale di Amendolara. La residenza è realizzata in collaborazione con Fondazione Elpis, Milano, e ospiterà 5 artisti italiani e internazionali selezionati via open call da una giuria di professionisti del settore composta da: Bruno Barsanti, Direttore Fondazione Elpis, Alessandra Franetovich, Storica dell’Arte e Curatrice, Ellen Pavey & Nastassja Simensky, Coordinatrici AHA Network UCL, Gianmarco Porru, Artista e Residente 2022.

Museo Archeologico di Sibari, Toro Cozzante

CONTESTO STORICO DEL SITO Alla fine dell’VIII secolo a.C., un gruppo di Achei occupò la fertile pianura tra i fiumi Kratos e Sybaris (odierni Crati e Coscile) e fondò una città cui fu dato il nome di Sybaris. I coloni trovarono un ambiente cosmopolita, da sempre in contatto con svariate popolazioni mediterranee, nel quale seppero inserirsi tanto bene da creare sistemi produttivi e commerciali che ne ampliarono la ricchezza e la capacità di espansione. La nuova città prosperò, occupò la piana intera e divenne centro di vie commerciali e culturali che univano luoghi lontani del Mediterraneo e d’Italia. Fitte e consolidate alleanze collegavano la nuova colonia a venticinque popoli e quattro città diverse, lungo i versanti ionico e tirrenico d’Italia passando per le vie appenniniche interne. In questo, che fu considerato l’impero di Sibari, e nei territori limitrofi si muovevano mercanzie, interessi e idee. I due estremi dell’impero erano segnati dalle città di Poseidonia (poi Paestum) sul Tirreno e di Metaponto sullo Ionio, entrambe fondate da Sibari. In breve tempo divenne una delle città più ricche e potenti della Magna Grecia e, dopo aver sconfitto e conquistato la rivale Siris (nella zona dell’odierna Policoro), alla metà del VI secolo a.C., poteva vantare un circuito murario della lunghezza di 9 chilometri e più di 300.000 abitanti. L’eccessiva opulenza accrebbe però la debolezza morale e militare dei Sibariti, sconfitti definitivamente nel 510 a.C. dai Crotoniati che, si racconta, deviarono persino le sponde del fiume Crati per sommergere la città. Qui, nel 444 a.C. le forze di Pericle fondarono la colonia panellenica di Thurii il cui impianto urbano è attribuito a Ippodamo di Mileto conosciuto come il primo architetto ad aver utilizzato schemi planimetrici regolari nella pianificazione delle città. In età romana la città ellenica venne parzialmente inglobata dalla colonia di Copiae fino al definitivo abbandono nel VII secolo d.C. a causa dell’innalzamento delle falde acquifere.

ASSI DI RICERCA Con l’intento di connettere passato e il presente del sito e dei suoi scavi, il team curatoriale di In-ruins – di concerto con la Direzione del Parco Archeologico di Sibari – propone di esplorare l’attualità contemporanea delle storie che questo conserva invitando artisti internazionali a presentare progetti di ricerca o di produzione di opere originali ispirati dai seguenti assi di ricerca: 1. ZONA DI CONTATTO: Prova della costante antropologica del continuo riciclo di luoghi medesimi tramite popoli diversi, Sibari invita a ripercorrere le tracce di un Mediterraneo condiviso e cosmopolita, per decentrare ed erodere narrazioni egemoniche, universaliste e univoche. 2. LA DOLCE VITA: Pensando anche al default di città come Detroit, all’aria irrespirabile di megalopoli iperproduttive come Nuova Delhi, ai costi esorbitanti di città come Milano e New York, la storia di Sibari sprona a interpretare la fine di un impero come opportunità creativa, morale e politica. 3. LIBERARE IL PAESAGGIO: L’approccio urbanistico di Ippodamo sembra di particolare rilevanza speculativa se rapportato allo stato presente del paesaggio calabrese, vittima di investimenti edilizi scellerati, non pianificati e spesso non completati, suggerendo, in chiave attuale, di mettere in discussione il rapporto architettonico e urbanistico che lega un sito archeologico alla topografia urbana e conformazione naturale circostanti. 4. FAVOLE, UOMINI E ANIMALI: Agli abitanti di Sibari sono attribuiti aneddoti e fatterelli che vennero a costituire il corpo della cosiddetta favola sibaritica, uno dei tre generi favolistici arcaici (al fianco di esopico e lidio-frigio) che si distingue per l’uso esclusivo di uomini e non animali come protagonisti. 5. ECOLOGIA DELLE ROVINE: In età romana Thurii venne per metà inglobata dalla colonia di Copiae, fino al suo completo abbandono nel VII secolo D.C. a causa dell’innalzamento delle falde acquifere. Tutt’oggi l’area archeologica di Parco del Cavallo è interamente attraversata da impianti drenanti per via della sua conformazione paludosa. 6. ARCHEOLOGIA COME ESPLORAZIONE INDIVIDUALE: La collezione dei reperti donati allo Stato italiano da Vincenzo Laviola, medico di Amendolara, studioso e appassionato di antichità, porta a riflettere sulle qualità interdisciplinari necessarie e implicite alla ricerca archeologica, intesa non soltanto come processo di ricostruzione di genealogie e origini, ma anche come esperienza poetica ed esplorazione individuale.

In-ruins Promosso da Associazione Archeofuturo sin dal 2018, In-ruins è un programma di residenza dedicato a esplorare le potenzialità dell’incontro tra arte contemporanea e archeologia attraverso il transitorio insediamento di artisti, curatori e ricercatori nei pressi di siti monumentali della Calabria. In-ruins ripensa il territorio attraverso il suo passato, rende antiche rovine luoghi di incontro e porta nel cuore di territori periferici la sperimentazione urgente e attuale di creativi internazionali. Affondando le sue radici in un pensiero meridiano e mediterraneo, il progetto mira a valorizzare non solo il patrimonio archeologico, ma anche le tradizioni, i miti e le storie delle comunità stesse che da sempre lo custodiscono. In-ruins è co-diretto da Maria Luigia Gioffree Nicola Guastamacchia con il supporto curatoriale di Nicola Nitido e Roberta Garieri. Fondazione Elpis Costituita nel 2020 da Marina Nissim, imprenditrice e collezionista, Fondazione Elpis ha al centro della sua mission il supporto ai giovani artisti. La Fondazione persegue i suoi scopi attraverso la realizzazione di mostre, residenze, attività educative e progetti diffusi su tutto il territorio nazionale.  Con l’obiettivo di coinvolgere diverse fasce di pubblico ed esplorare aree geografiche al di fuori dei circuiti tradizionali dell’arte, Fondazione Elpis unisce mondi solo apparentemente distanti intercettando l’evolversi dei linguaggi espressivi. La decisione di aprire una nuova sede a Milano – a ottobre 2022 – nasce dai progetti e dalle collaborazioni attivate negli ultimi anni su scala nazionale. La Fondazione ha così consolidato attorno a sé una rete sempre più ampia mettendo in atto nuovi modelli di partecipazione e fruizione culturale. Ne è un esempio Una Boccata d’Arte, il progetto d’arte contemporanea giunto alla sua quarta edizione nel 2023. CONTATTI E INFORMAZIONI www.inruins.org, info@inruins.org

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