IN GIRO PER COPENAGHEN alla ricerca del nuovo corso dell’architettura e degli architetti

Le scarpe dell’architetto

C’è una città sotto una pioggerellina autunnale (ma siamo al primo luglio) e ci sono io, architetto italiano, con eccentriche scarpe di colore giallo fluorescente che mi aggiro per la bellissima Copenaghen, capitale dell’architettura europea, capitale mondiale degli architetti fino al 6 luglio prossimo. Il primo itinerario che ho fatto ieri, a pochi passi dal mio hotel, è stato per le zone del centro città, per vedere in anteprima, la serie di padiglioni SDG (Sustainable Development Goal) temporanei realizzati per il congresso UIA.

Precast Pavilion

Ogni padiglione è il risultato di una collaborazione tra architetti, ingegneri, produttori di materiali, istituzioni scientifiche, associazioni e fondazioni, relative a uno o più dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. Per ridurre l’impronta climatica, saranno tutti riciclati, riassemblati o riutilizzati dopo la mostra. Il progetto è presentato dalla Danish Association of Architects e dall’UIA World Congress of Architects Copenhagen in collaborazione con la città di Copenaghen e CPH City and Port Development. Girando con una bella bici arancio, presa a noleggio per strada, su corsie privilegiate quasi più delle automobili (poche in giro), la prima cosa che mi è venuta in mente è l’intelligenza di questi popoli che approfittano di un evento così importante non per fare business e alzare i prezzi, gonfiando tutto a dismisura, occupando di tanta roba ogni possibile spazio (costoso) come accade a Milano per la nostra decantata Design Week, ma riflettendo sul presente e sul futuro del nostro abitare gli spazi e trovare equilibri con la natura.

Ogni padiglione ha infatti un tema: Bio Centre, Bricks in Common, Feed Back, From 4 to 1 Planet, Living Places Copenaghen, Tower of Wind, e propone di sollevare questioni aperte sull’architettura, sul design per il mondo, sull’ambiente, sul costruire oggi e domani, sull’energia, sullo spazio pubblico, sui materiali ecologici e sulla necessità di ritrovare bellezza nei luoghi delle città e del vivere.

Bricks in Common Pavilion

Il Bio Center, dell’architetto John Reeh, è un piccolo padiglione circolare, posto sulla darsena, un’interpretazione di uno dei loro attuali progetti di sviluppo, il BIO-CENTRE. Attraverso le funzioni sanitarie di base, un biocentro fornisce servizi cruciali in spazi urbani densamente popolati, creando al tempo stesso un punto focale sociale e un servizio di base. Sguardi e attenzioni particolari sui sistemi alimentari sono quelli del Padiglione FEED BACK, che utilizza il design spaziale/virtuale per guidare il pubblico attraverso una mostra che esplora il contenuto della pubblicazione in un’esperienza simile a una galleria. Gli utenti prendono parte allo spazio espositivo utilizzando i propri dispositivi mobili attraverso funzionalità di realtà virtuale.

Feed Back pavilion

Living Places Copenhagen, esplora, nei primi sette prototipi, come è possibile sviluppare edifici sostenibili con un’impronta di CO2 tre volte inferiore e un clima interno di prima classe. Si tratta di una sperimentazione che detiene le emissioni di CO2 più basse in Danimarca, dimostrando che non dobbiamo aspettare la tecnologia futura per costruire in modo più sostenibile Nel Plastic Pavilion, Builndign Sustainable Societies, la riflessione è posta sui futuri materiali da costruzione, che devono essere sostenibili, nel senso di riutilizzabili o riciclabili e preferibilmente realizzati con materiale da scarti. Molti dei materiali sintetici, plastica e altri polimeri hanno queste proprietà e allo stesso tempo sono durevoli, leggeri, economici e facili da modellare. Il padiglione in mattoni Bricks in Common porta la nostra attenzione su questo doppio vincolo: il mattone ha una durata di vita potenzialmente lunga, ma è anche un materiale che consuma molta energia da produrre. Se vogliamo che il mattone svolga un ruolo più importante nello sviluppo sostenibile, abbiamo bisogno di ulteriore innovazione, sviluppo e più progettazione sostenibile per la posa in opera e il successivo eventuale smontaggio. FROM 4 TO 1 PLANET (da 4 a un solo pianeta), ci guida a capire sul come riduciamo l’impatto climatico degli edifici residenziali a un quarto del livello attuale senza compromettere l’attrattiva e la vivibilità. Nei padiglioni, si trova una sorta di gioco per i visitatori, con tre diverse risposte alle domande, nei tre padiglioni, sviluppati da architetti di nuova generazione.

(P) RECAST è il padiglione che indaga sul ruolo del calcestruzzo prefabbricato nello sviluppo urbano equo e sostenibile. È possibile riutilizzare i componenti edilizi di questi edifici in nuove costruzioni, riducendo al minimo il consumo di risorse? The Raft (LA ZATTERA) è una struttura sensoriale che atterra su una delle piattaforme galleggianti del canale di Copenaghen, con l’obiettivo di offrire ai visitatori un’esperienza sensoriale diretta e giocosa con l’acqua. Tower of Wind (Torre del Vento) è un piccolo, simbolico monumento che celebra l’architettura sostenibile, in cui il pubblico può vivere un viaggio nella storia della meteorologia.

Poetic Daylight Pavilion

PREMIO OBEL/UnPAVILION è un’opera importante, che stimola curiosità, dibattiti e riflessioni sui nostri usi contemporanei e futuri delle risorse. Sottolinea inoltre la natura controproducente del greenwashing. Green House (LA SERRA) è uno spazio che invita imprenditori, visitatori e comunità locale a riconnettersi con la natura e imparare l’importanza di coltivare gli ecosistemi per le generazioni attuali e future.

The Raft Pavilion

REFLECTIONS IN COMMON (RIFLESSIONI IN COMUNE), è uno spazio in cui all’architettura viene dato significato solo quando interagiamo con essa. Il concetto del padiglione “Riflessioni in comune” si concretizza nel design, che consente alle persone di guardarsi sullo sfondo della città. POETIC DAYLIGHT (la luce poetica del giorno) inviata a riflettere su come la luce del giorno ci dà la comprensione di dove siamo nel mondo e degli spazi in cui ci troviamo nella nostra quotidianità. Il padiglione “Poetic Daylight” dispiega le qualità spaziali della luce diurna, dove il potenziale percettivo, estetico e poetico della luce diurna può essere sperimentato in una serie di spazi.

Tower of Wind Pavilion

I padiglioni sono espressione della presenza del Congresso di Architetti a Copenaghen, un segnale forte, culturale e professionale, politico che ha come obiettivo promuovere, discutere, creare e mostrare l’architettura come strumento vitale per raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite entro il 2030. I seminari, le conferenze, i talk serviranno a condividere soluzioni sostenibili, esaminando gli ultimi risultati della ricerca per unire gli sforzi di tutti e rendere il 28° Congresso mondiale dell’UIA un pietra miliare nella storia di ciò che l’architettura può fare per aiutare a salvare il pianeta.

Mappa dei padiglioni nel centro di Copenaghen

Dedicato alla bellezza, nelle sue diverse forme e sfumature, che l’architettura esprime come nessuna altra disciplina.

Previous Story

In-Ruins

Next Story

La fine dell’architetto per la rinascita dell’architettura