C’è un luogo, oltre le sale del Museo Archeologico di Napoli, dove la storia non ha mai cessato di esistere. Oltre le collezioni, oltre le sale frequentate dal pubblico, c’è un luogo da sempre chiamato Sing Sing. Qualcuno l’ha chiamato un carcere dei Beni Culturali.
In questo luogo la densità degli oggetti è senza precedenti. Candelabri, pentolame, lucerne, oggetti d’uso personale, vasi in terracotta e finanche il pane carbonizzato.
Quindici celle che conservano tutto ciò che era parte della vita quotidiana di un mondo annientato dall’eruzione del vulcano.
Spina ci conduce in un racconto visivo offrendoci la percezione di essere nelle celle.
Ci mostra, in modo descrittivo e minuto gli oggetti riposti sulle mensole.
Il numero dei reperti nelle singole cassette è incredibile.
La densità della materia, che sia bronzo, ceramica o vetro, è emozionante.
Ogni oggetto, a Sing Sing, cela il mistero della vita.
Fatta di azioni quotidiane come il bere o mangiare.
Questi depositi ci raccontano della Fede e del senso civico.
Una cronaca archeologica raccontata con il medium fotografico.
Al centro della mostra, come una pausa nella catastrofe, una sequenza fotografica intitolata Anastilosi.
Un tavolo con un lenzuolo bianco accoglie, in sequenza, oggetti diversi.
Tutti provenienti dalle case degli antichi.
Gli oggetti, per la maggior parte, sono ancora avvolti dalle ceneri del vulcano.
Come corpi morti, esangui. Non hanno più l’attimo palpitante della vita.
Oguno di essi rimesso sul tavolo riacquista, anche solo per un istante, la sua dignità.
Si rianima come se avesse ripreso la sua funzione esistenziale voluta dalle donne e dagli uomini che lo concepirono per la propria vita.
IL LIBRO
SING SING. Il corpo di Pompei, edito da 5 Continents Editions, è la storia di un viaggio visivo che inizia dove il pubblico che affolla le sale delle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli non può accedere. Questo racconto fotografico svela l’inaspettato che si rivela sotto i tetti dell’istituzione museale napoletana.
Una porta in ferro, arrugginita e ricoperta da diversi strati di colore, funge da Colonne d’Ercole nel lavoro di Luigi Spina. Una volta aperta ci si affaccia su un corridoio lungo e stretto: gli occhi devono adattarsi alla luce. Ci troviamo in quello che da sempre viene inspiegabilmente chiamato Sing Sing: celle chiuse da grate che custodiscono memoria dei documenti di cultura materiale provenienti da Pompei ed Ercolano.
Oggetti in bronzo, vetro, ceramica e terracotta riempiono tali stanze richiamando alla mente la catastrofica eruzione del 79 d.C. che spezzò improvvisamente la quotidianità di quei luoghi. Sulle mensole si affastellano candelabri, decorazioni e maniglie, statue, vasellame, lucerne… fino a giungere a del pane carbonizzato. Il tutto diventa testimonianza ancora viva e carica di significato di quell’olocausto naturale, dove l’intervento del Dio Vulcano comportò una tragedia senza precedenti.
Le fotografie di Luigi Spina ci conducono a scoprire le celle, il loro contenuto, i capolavori celati agli occhi del grande pubblico. Un tavolo coperto da un lenzuolo bianco accoglie, in sequenza, oggetti provenienti dalle case di donne e uomini che l’antichità non hanno potuto viverla appieno.
Edito da 5 Continents Editions in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Fotografia
28×28 cm, 116 pp.
100 illustrazioni in tricromia rilegato edizione bilingue: italiano-inglese
prezzo di copertina € 49,00
ISBN10 8874399162
Fotografie di Luigi Spina
testi di Paolo Giulierini, Joao Vilela Geraldo, Davide Vargas Luigi Spina, fotografo. I suoi progetti fotografici sono incentrati sugli anfiteatri e il senso civico del sacro, i legami tra arte e fede, la ricerca di antiche identità culturali, il confronto fisico con la scultura classica. Con 5 Continents Editions ha pubblicato The Buchner Boxes (2014), Hemba (2017) e Diario
Mitico (2017). Con la stessa casa editrice e Valeria Sampaolo ha creato la collana «Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli» che vanta i seguenti titoli: Memorie del Vaso blu (2016), Amazzonomachia, Centauri (2017), Sette sapienti, Zefiro e Clori e Satiro Ebbro (2018). Con il volume Tazza Farnese ha inoltre inaugurato la serie «Tesori Nascosti». Infine, presso la stessa casa editrice ma nella linea Tailormade, ha pubblicato Le Danzatrici della Villa dei Papiri (2015).