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Milano, un filo rosso, un’architettura con giallo, e alcuni spazi in festa

Nella Milano che si appresta, sempre con largo anticipo, a riprendere la tradizione degli appuntamenti primaverili del Salone del Mobile, le aziende non anticipano temi e idee nella pausa degli auguri natalizi, come da tradizione, ma gli showroom si aprono e ospitano allestimenti temporanei, accennano a qualche anteprima nei discorsi tra un brindisi e l’altro.

E’ il caso di Arper dove il nuovo AD Roberto Monti, che viene da Ikea area mediterranea, snocciola durante il tradizionale brindisi, il desiderio dell’azienda di incidere ancora di più nella direzione della sostenibilità. Del resto, così sembra per i nuovi prodotti presentati ad Aprile, soprattutto per lo stesso Showroom del Salone 2022, tra i più “leggeri” e riciclabili, in perfetta sintonia con quanto la stessa Fiera di Milano sta adottando come protocollo in direzione di allestimenti meno lineari e più circolari.Nella serata del 13 dicembre, nello showroom Arper di via Pantano, presente anche Claudio Feltrin, Presidente dell’azienda, con altri rappresentanti, con il tradizionale, spumeggiante buon prosecco dei colli veneti che ha accolto i molti giornalisti e architetti invitati per lo scambio di auguri, nei pressi della Torre Velasca, ormai a restauro completo e con la suggestiva scritta luminosa “What do you really want?”,parte del progetto A Natale basta il pensiero, una delle due installazioni di Hines con l’artista Pietro Terzini.

Milano l’abbiamo trovata immersa in un grigio e rigido clima invernale, senza dubbio vivace e dinamica, elegante, originale, tuttavia costosa e cara in ogni sua piccola e grande attività, dunque sempre al di sopra di un reale possibile, rispetto al resto del paese. Ormai è chiaro che la città lombarda da un lato ha scelto di essere un luogo europeo, dimenticando, dall’altro, però che gli stipendi sono italianissimi, e il costo della vita per troppi, la maggioranza, è davvero insostenibile. Ne sia prova le recente notizia della coda con 10.000 persone alla mensa dei poveri di Natale, un numero impressionante di disagiati per una città “opulenta” e produttiva.

Dalle pagine di Repubblica

Ma il fascino della città del design, della moda, delle strade eleganti, dei politecnici e del Duomo, della Scala e delle sue prime sfavillanti – quest’anno per la prima volta la prima donna premier, Giorgia Meloni, ha fatto la sua comparsa,- è sempre vivo e l’atmosfera natalizia ne esalta i contorni e cattura tutti, forse stordisce sarebbe giusto dire, così quasi a lenire il senso di distanza tra chi ha e chi non ha.

le nuove poltroncine Embroider di Cappellini;

Girando nelle zone centrali si possono vedere alcuni dei gioelli della Milano del buon Design, le vetrine di Flos, Artemide, Luceplan, Nemo, una di seguito all’altra, quasi che si fossero passati la voce per “dare luce” a quel tratto di Corso Monforte, più avanti, nella traversa di Via Santa Cecilia, c’è Cappellini e la sua ironia senza tempo, e poi ancora il rigore elegante di Rimadesio. Gli auguri da De Castelli, sono nel nuovo Showroom in Visconti di Modrone, progettato da Cino Zucchi che si diverte molto con il metallo di questa azienda e che ha tradotto lo spazio in una serie di grandi nicchie-orecchie che esaltano le diverse sfumature dei delabrè De Castelli. Un lampadario fatto di molti pezzi di bronzo, appesi a fili invisibili, come una grande campana, accoglie i visitatori, tra i quali si intravede la Marva Griffin, che a questi appuntamenti non manca mai di estendere la sua curiosa natura di talent-scout.

Lo showroom di Living Divani, ha seguito il filo rosso di Piero Lissoni, ovvero vetrine sobrie, eleganti in cui si alternano piccole architetture in legno grezzo a doghe, che contengono sedute rosse e argento, e sulle pareti hanno scritte simboliche intorno al tema degli auguri, delle feste. Quello di Living Divani Gallery è un racconto affascinante, dove il filo rosso collega, avvolge e si perde, un invito ad entrare per scoprire il mondo Living Divani.
“Ci siamo immaginati di creare un’atmosfera in cui la bellezza viene mostrata, nascondendola. – spiega Carola Bestetti, CEO Living Divani – Un allestimento, ideato e firmato da Piero Lissoni, in cui i prodotti sono incartati, si rivelano, appaiono, in un mix stilistico, dove il rosso è il segno che li unisce.” Sobri i regali di Living Divani, oggetti riciclati con stoffe in avanzo dei divani, realizzati da una cooperativa di giovani che fanno parte del progetto di CouLture Migrante, donne e uomini richiedenti asilo provenienti da diverse parti del mondo e residenti a Como. Un bel segno di attenzione e solidarietà!

Prima di passare a curiosare nelle altre vetrine, un dolce da Marchesi in Montenapoleone, troppo piccolo, troppo poco dolce e troppo caro, ma soprattutto molto meno ricercato e gustoso di quelli di Iginio Massari, in fondo a pochi passi.

l’invitante vetrina di Iginio Massari a Milano;

Dilmos, in via San Marco, presenta ancora qualche pezzo della giovane designer Monica Taverniti, che si dibatte nella ricerca di una sua identità formale, tra echi del radical design e ricordi della sua terra d’origine, quella Calabria mediterranea che le fa trasformare il bianco nelle tante sfumature di cromie dalle più delicate, fino alle più intense, creando tavoli e consolle di forma e dimensioni uniche, a metà tra arredo e scultura. Sempre da Dilmos un pezzo magistrale di Mimmo Paladino ruba la scena centrale dello showroom, un mobile, multiplo d’arte e artigianato, con gli inconfondibili segni simbolici del maestro sannita.

Spazio Dilmos, Milano;

Infine, due note interessanti, quasi due scoperte casuali, nel corso dell’itinerario, la prima è la Casa della Memoria, progettato dal gruppo BAUKUH, nel quartiere Isola, la quale, anche se schiacciata dai boschi verticali e dalla nuova serie di ambiziose torri della Milano in ascesa al cielo, esprime tutto il suo rigore e poesia tra la facciata con i volti ritratti nelle cortine di mattoni, con gli stessi mattoni, esercizio di bravura artigiana-costruttiva, e nel suo interno a tutto altezza in cemento a vista, in cui una suggestiva scala elicoidale, di un intenso colore giallo, segna un punto di fuga, disassato, ma obbligato e attraverso il quale si può osservare e relazionarsi con l’intero spazio.

Lo spazio interno della casa della Memoria, Milano, progetto BAUKUH;

La “Casa della Memoria” è un archivio oltre che uno spazio espositivo e congressuale a Milano, sede di cinque associazioni culturali che hanno lo scopo di preservare la memoria della conquista della libertà e della democrazia in Italia. L’edificio è stato completato nel 2015, sulla base del progetto vincitore del primo premio in un concorso di architettura ad inviti indetto nel 2011. Il nuovo edificio si inserisce nell’area di Porta Nuova recentemente trasformata ed è uno degli elementi di una rete di nuovi spazi pubblici e strutture, tra cui la Sede della Regione Lombardia, la Fondazione Riccardo Catella, l’Incubatore d’Arte e il Parco della “Biblioteca degli Alberi”.

Infine di nuovo in giro per la città, si scopre l’interessante spazio del nuovo negozio Bally, angolo via Manzoni-via Montenapoleone, degli architetti Kasper Mueller Kneer, in cui convivono con originalità una accurata selezione di materiali naturali, con una presenza del legno che diventa non solo decorazione, ma anche superficie e segno di riconoscimento dello spazio, che si snoda su un gioco di scale, per esporre, oltre che salire.

Negozio Bally, Milano, Kasper Mueller Kneer Architects;

Una attesa di Natale molto sobria, in fondo, con le aziende che sono tutte con l’orecchio proteso verso i mercati e le risposte, con troppe incertezze per il caro energie e alcune difficoltà nell’export ormai quasi croniche verso i mercati dell’est e asiatici in generale.

Un segnale che va colto e che deve far riflettere su quanto un settore così trainante come quello dell’arredamento, essendo tra i più significativi del made in Italy, può e deve dare indirizzi significativi verso un nuovo approccio rinnovato sia al processo produttivo, che ai prezzi, verso un modello etico-ecologico che deve sottendere tutto il processo, dal progetto alla sua realizzazione, uso-vita e fine vita.

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