L’architettura é pedagogia architetti e Biennale di Architettura di Venezia

di Massimo Faiferri

Un libro sulle architetture di Giancarlo Mazzanti, premio Biennale di Architettura 2006; Vincitore di numerosi premi tra cui, nel 2006 il premio nella categoria “Progetto Urbano e Paesaggio” alla X Biennale di Architettura di Venezia, Giancarlo Mazzanti è nato a Barranquilla nel 1963, laureato alla Universidad Javeriana de Bogotá nel 1987 e specializzazione post laurea in Storia e Teoria dell’Architettura e Design all’Università di Firenze nel 1991, Giancarlo Mazzanti ha sviluppato una professionalità eclettica che gli ha consentito di confrontarsi nella sua pluridecennale pratica professionale con temi complessi sia per interventi privati che per progetti pubblici di grande scala, quasi sempre esito di numerosi concorsi vinti, tra i quali centri congressi, biblioteche, poli sportivi, scuole, parchi e infrastrutture. Nei circa 25 anni di professione, l’architetto colombiano, fondatore dello studio El Equipo Mazzanti di Bogotà (Colombia), nello sviluppo dei suoi progetti si è trovato spesso ad attingere ad ambiti diversi e apparentemente distanti dall’architettura, uno su tutti la pedagogia, tanto da coniare il concetto di spazio come meccanismo educativo, «perché l’istruzione» afferma «può aver luogo in qualunque struttura».


Giardino per la prima Infanzia Timayui y La Paz, foto Jorge Gamboa

La filosofia che sta alla base del suo lavoro è molto precisa: realizzare edifici che possano contribuire a trasformare la società, migliorando le condizioni di vita delle persone e del contesto in cui sorgono. I suoi progetti sono strutture pensate come veri e propri condensatori di comunità, come opportunità di rigenerazione non solo urbana, ma anche sociale. In questo senso l’architettura non presta attenzione solo alla qualità estetica e funzionale dello spazio, ma a ciò che lo stesso è in grado di produrre in termini di influenza positiva sulla comunità, concentrandosi quindi sull’impatto globale e relazionale dei suoi interventi più che sul loro valore rappresentativo. Tutto questo si traduce in dispositivi spaziali o sistemi modulari, flessibili e adattabili ai diversi contesti ambientali e sociali, capaci di generare e stimolare relazioni con l’ambiente naturale, con il contesto urbano, con le comunità. In questo senso un esempio significativo è l’asilo Porvenir a Bogotá (2009), una struttura educativa che diventa occasione di rigenerazione urbana e sociale. Ispirato alle strutture organizzative delle molecole, della teoria degli insiemi, l’organizzazione spaziale del progetto, intesa come un gioco composto da elementi diversi da assemblare, propone un’architettura composta da un insieme di sub-spazi tematici e mutevoli. Articolato in modo flessibile attorno alla figura tipologica della corte, è una struttura che si differenzia nel tessuto urbano del quartiere, diventando in breve tempo un punto di riferimento per la comunità che frequenta la corte come spazio pubblico, di interazione sociale, dispositivo di sviluppo personale e comunitario.

Asilo Porvenir, Bogotá, foto Rodrigo Dàvila

Una costante nei progetti di El Equipo Mazzanti è quella di considerare le attività comunitarie come complementari a quelle educative, che vuol dire mettere a disposizione anche i sistemi di circolazione, come corridoi e cortili che diventano così luoghi di apprendimento, favorendo l’inclusione sociale e stimolando l’interazione tra bambini, educatori, famiglie e cittadinanza. Tutto questo sta alla base del grande Piano di ricostruzione delle strutture educative del Dipartimento dell’Atlantico, un progetto che, a seguito dell’inondazione della regione, il Governo colombiano ha commissionato a El Equipo per la (ri)costruzione delle scuole materne danneggiate e per ampliare l’offerta educativa per la prima infanzia sul territorio. Ispirato ai principi del design modulare e pensato come un sistema di spazi flessibili e adattabili ai contesti specifici (clima, conformazione del terreno, preesistenza di alberi o altri elementi naturali), l’intervento ha avuto un notevole impatto sociale, permettendo di realizzare, in soli 18 mesi, 21 scuole in aree urbane e peri-urbane, progettate coinvolgendo le comunità e destinate ad essere utilizzate come luoghi di ritrovo anche oltre l’orario scolastico.

Scuole dell’infanzia nel dipartimento di Atlántico, foto Alejandro Arango

Molti dei suoi interventi si insediano in territori fragili, come le periferie delle grandi città colombiane, e si interfacciano con programmi complessi, situazioni dove la sfida sta proprio nel riuscire, attraverso l’architettura, ad innescare un cambiamento positivo. Attraverso i concetti dell’anomalia e dell’ibridazione El Equipo Mazzanti riesce a mettere in relazione elementi anche molto diversi tra loro e a far emergere, da masse porose, frammenti caotici, dandogli continuità attraverso il disegno dello spazio di attraversamento che penetra, ricuce e attiva quel sistema di relazioni umane che sta alle base dei processi di vera trasformazione della città o del territorio. Come nel caso dell’Ospedale Universitario Fundación Santafé (Bogotá, 2016), dove sono state introdotte “anomalie curative”, cioè spazi che funzionano come meccanismi di guarigione perché utili a superare l’isolamento tipico degli ospedali e a favorire l’interazione dei pazienti con la vita del quartiere: sale per il ballo e per il canto, aree gioco per i bambini, zone verdi con piante e farfalle aperte a tutta la comunità, stanze vetrate dove prendere un caffè continuando a sentirsi parte della città.

Ospedale Universitario Fundación Santafé, foto Alejandro Arango

Che si tratti di spazio pubblico o di edifici istituzionali, di strutture scolastiche o sportive, l’approccio progettuale di Mazzanti si ispira ai concetti di relazione e di azione, attraverso cui ha elaborato un’architettura caratterizzata da un insieme di strategie operative che possono essere riassunte nel rapporto tra architettura e sensi, nel significato dialogico dello spazio e il suo valore relazionale, l’importanza dell’ibridazione e infine la valorizzazione del potere propiziatorio dell’architettura. Ed è proprio su questo ultimo aspetto che Mazzanti insiste nei suoi lavori, considerandolo un fattore determinante per pensare, immaginare e progettare la città del futuro, «perché l’architettura» dice «viene definita da quello che propizia, una parola che sta cadendo in disuso, ma che è utile per indicare qualcosa che ha il potere di spingere verso l’alto e verso il meglio, per promuovere atteggiamenti, rapporti e comportamenti prima impossibili, creare le condizioni per far sedere intorno al tavolo le persone a giocare con i pezzi del progetto e capire il pensiero che c’è dietro ad uno spazio e sentirsi finalmente partecipi del cambiamento». Ecco un altro fattore chiave dell’approccio di Mazzanti: la partecipazione della comunità sia nelle fasi di progetto quanto nella messa in opera e nell’uso dello spazio, come condizione indispensabile per concepire forme nuove, diverse e inaspettate. Un progetto esemplare in questo senso è quello del prototipo di Coperture Sportive, nella periferia di Barrancabermeja (2016). Dopo la consultazione delle famiglie del quartiere, El Equipo Mazzanti ha proposto una copertura fatta di elementi modulari che può crescere, replicarsi e adattarsi a qualsiasi attività sociale: dallo sport alle riunioni cooperative, ludiche, accademiche, dalle feste in famiglia agli eventi culturali e sociali. Attraverso un sistema di dispositivi tecnologici, come ventilatori, irrigatori e luci regolabili, gli utenti possono modificare la temperatura, il grado di umidità e l’illuminazione dell’ambiente attraverso un’applicazione del cellulare, trasformando la copertura in un dispositivo architettonico per favorire le dinamiche sociali e facilitare l’emergere di attività comunitarie e di apprendimento.

Alejandro Arango, prototipo di Coperture Sportive Barrancabermeja foto

Il bagaglio di esperienze, progetti e riflessioni di Mazzanti rappresenta un unicum nel panorama architettonico, un punto di riferimento per tutti coloro che sono interessati ad intervenire con sensibilità e senso critico nel paesaggio urbano del presente e del futuro. Da queste premesse nasce l’idea di dedicare ai lavori di El Equipo Mazzanti una monografia edita da Listlab nella collana ILS Innovative Learning Spaces, proponendo un viaggio nei dispositivi architettonici e pedagogici dello studio colombiano, per esplorare il potere educativo dello spazio come elemento amplificatore di esperienze di apprendimento collettivo, per un futuro urbano a misura di comunità.

Giancarlo Mazzanti

[1] Massimo Faiferri, EL EQUIPO MAZZANTI, La pedagogia dello spazio, ListLab edizioni, Trento 2023

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