Giovanni Chiapparino, architetto rappresenta uno dei nuovi esponenti di una corrente di visionari che utilizzano il disegno per rappresentare, nelle forme più personali ed espressive, la realtà complessa del presente e a volte futuribile. Al suo lavoro abbiamo pensato di dedicare una prima pubblicazione sulle pagine web del magazine, alla quale siamo certi ne seguiranno altre per intercettare, attraverso i suoi lavori il fascino e le contraddizioni dei nostri tempi difficili!
Filo rosso. Foto delle zone terremotate delle Marche, tesi di laurea. Ricucire i frammenti dei borghi terremotati con il nuovo, attraverso collegamenti ideali, simbolicamente un filo osso che tiene insieme le parti. Vecchio e nuovo.
Disegni per passione e ossessione. Ho sempre disegnato, da subito. Gli anni accademici hanno incrementato questa pratica. Sebbene tutto l’insegnamento universitario sia improntato sul digitale, tuttavia per me è stato sempre imprescindibile partire da una bozza a mano per spiegare, prima a me stesso e poi agli altri, un’idea. Credo, da questo punto di vista, che si debba recuperare la disciplina del disegno manuale nelle università, non per l’affinamento della tecnica in sé (sappiamo che oggi sono accettati solo elaborati digitali, per una serie di valide motivazioni), ma per non perdere l’immediatezza della trasmissione di una forma, di un pensiero su carta, anche se ancora disordinato, ma che racchiude tuttavia il seme dell’idea. Osservando diversi riferimenti mi sono avvicinato alla tecnica del collage unito al disegno, che permette una sinergia tra l’esistente, ciò che è stato fatto da altri, al quale aggancio del mio. Così nascono sovrapposizioni ideali, salti di scala, innesti tra antico e moderno, unioni tra funzioni e visioni differenti. Il disegno di architettura e ciò che da esso ne consegue (uso di sezioni, piani di taglio, spaccati) si è unito col tempo a quello di temi personali, fondendosi molte volte in un unico elaborato. Ancora più stimolante è per me collaborare, ricercare un’interdisciplinarità, magari perseguendo una sensazione comune. A questa passione si è aggiunta l’ossessione di un esercizio continuo, che porta sia ad appuntare quante più immagini possibili su un qualsiasi supporto cartaceo, sia a migliorare l’espressività di un elaborato rispetto al precedente.
Violenza, il vuoto del trauma.
Giovanni Vito Chiapparino |architetto| Puglia, 9 luglio 1994, Bitonto (BA). Si è formato a Bari, dove si laurea in Architettura nel 2019. Collabora a concorsi progettuali e partecipa nel 2020 all’iniziativa Open! Studi Aperti con il gruppo ARCH+ARCH. Autore di D|Segno (link: https://www.instagram.com/di_segn0/).