L’altana di Palazzo Altemps, osservatorio sul paesaggio urbano di Roma

Conversazione con Edith Gabrielli, Chiara Giobbe, a cura di Valentina Piscitelli. Chiara Giobbe, funzionaria archeologa, responsabile di palazzo Altemps e del Museo Nazionale Romano, che illustra, in sintesi, il restauro dell’altana del palazzo, che va ad aumentare l’offerta culturale di un museo di per sé già prestigiosissimo, Edith Gabrielli direttrice del Vittoriano, del Museo Nazionale Romano.

Chiara Giobbe. Quale responsabile della sede di palazzo Altemps, tengo a dire che questo intervento è per noi importante fin dal suo titolo: restauro e valorizzazione dell’altana di palazzo Altemps, uno degli interventi finanziati dai fondi del PN piano nazionale complementare al PNRR assegnati al Museo Nazionale Romano. Le operazioni di restauro che sono quelle che hanno riportato alla luce le decorazioni pittoriche sopravvissute, sono in realtà un tutt’uno e sono funzionali alla riapertura al pubblico di questo luogo che è un monumento molto particolare. Si tratta infatti dell’elemento più riconoscibile, più caratteristico di palazzo Altemps, visibile anche da lontano per la sua altezza e che riesce a rendere riconoscibile il palazzo nel contesto urbano.

L’altana è una torre per osservare, che viene realizzata alla fine del ‘500, precisamente nel 1582 e il 1585 su progetto dell’architetto Martino Longhi il vecchio, colui che si è occupato per il committente Altemps, che aveva acquistato il palazzo nel 1568, dell’ampliamento e appunto del completamento dell’edificio nella sua veste rinascimentale. Martino Longhi è anche con lui che realizza il cortile maggiore, così che l’altana è una sorta di corrispettivo architettonico all’esterno di un altro spazio del palazzo, ma raccolto e chiuso, ovvero quello del cortile non percepibile. L’altana era dunque molto più ben visibile ad esempio da piazza Navona, dalla cupola di San Pietro, che viene realizzata è voltata negli stessi esatti anni da Giacomo della Porta. Così ancora oggi possiamo ammirare dal vedere l’altana come luogo di osservazione contemporaneo, attuale, per ammirare un panorama particolare, ma anche per conoscere una storia, quella storia costruttiva che è anche la storia della famiglia Altemps, perché l’altra viene completata nel 1589 con l’aggiunta sulla sommità dello stemma araldico di Roberto Altemps.

Edith Gabrielli, direttrice del Vittoriano, del Museo Nazionale Romano ci descrive come si inserisce il restauro dell’altana nell’ambito delle più ampie politiche di valorizzazione dei beni culturali sotto diciamo la vostra regia. Il restauro dell’Altana di palazzo Altemps è una delle iniziative che rientrano nell’ambito della tutela e valorizzazione del museo nazionale romano. Un museo con quattro sedi, oltre palazzo Altemps, le Terme di Diocleziano, Palazzo Massimo, la Cripta Balbi. Portiamo avanti il nostro programma culturale che prevede appunto quello di fornire un sistema organico di luoghi che rispetta l’identità di ciascuno di questi importanti manufatti e che li faccia lavorare insieme, ciascuno nella sua specificità. Un progetto di aperture che riguarda tutte le sedi, che intende mettere in rete il Museo nazionale romano di Palazzo Altemps, con altre grandi realtà della capitale, il Vittoriano, palazzo Venezia e il parco archeologico del Colosseo, tutto questo sotto un cappello importante che è quello del nuovo dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale diretto da Alfonsina Russo.

Interviste video integrali https://www.youtube.com/watch?v=j3n7i-8D7IU, https://www.youtube.com/watch?v=dfPc1_yiiQY

Edith Gabrielli, Chiara Giobbe

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